E così ho fatto anche una rima.
Scherzi a parte, ho parlato spesso di emozioni in rapporto allo storytelling. Anzi, a dire il vero, tutti ne parlano ma ti sei mai fermato a pensare che cosa sia un’emozione e perché in una narrazione di brand o prodotto (prendendo come riferimento i nostri settori di interesse) questa sia così importante?
Con questo articolo cercherò di dartene una spiegazione; non è un saggio di psicologia ma piuttosto un’introduzione all’argomento, una finestra su questo mondo così vasto e così importante per tutti gli storyteller.
Emozionare ed informare
“La differenza tra una storia e un’informazione è l’emozione”
Prima di approfondire il concetto però facciamo un passo indietro, cosa significa: ” Emozione”?
“emozióne s. f. [dal fr. émotion, der. di émouvoir «mettere in movimento» sul modello dell’ant. motion]. – Impressione viva, turbamento, eccitazione: l’e. della vincita, di quell’inatteso incontro; le e. del viaggio; andare in cerca di nuove e.; essere in preda all’e., a un’intensa e.; essere preso, essere sopraffatto dall’e.; la forte e. gli impediva di parlare. In psicologia, il termine indica genericamente una reazione complessa di cui entrano a far parte variazioni fisiologiche a partire da uno stato omeostatico di base ed esperienze soggettive variamente definibili (sentimenti), solitamente accompagnata da comportamenti mimici.”
Quante e quali sono queste emozioni
Sono numerosi gli studiosi, da Ekman a Plutchik, che nel tempo hanno affrontato l’argomento ma generalmente si tende a considerare l’esistenza di 8 emozioni cosiddette primarie e di una serie di emozioni definite secondarie.
Le emozioni primarie
Sono tutte le emozioni innate e condivise, sono emozioni considerate universali perché riscontrabili ed espresse in modo similare in tutte le culture.
Esse sono:
- Collera
- Tristezza
- Sorpresa
- Paura
- Attesa
- Gioia
- Accettazione
- Disgusto
Le emozioni secondarie
Sono tutte le emozioni che vengono sviluppate dalla combinazione delle emozioni primarie ma dipendono anche dalla cultura in cui viviamo e siamo immersi.
Alcune di queste sono:
- Invidia
- Vergogna
- Ansia
- Sottomissione
- Gelosia
- Speranza
- Perdono
- Disprezzo
- Nostalgia
- Rimorso
- Delusione
- Spavento
Come vedi l’argomento è piuttosto vasto ed esplorando il concetto iniziale, espresso da Francesca, potremmo dire che la definizione di emozione fornita da Treccani è un’informazione ed onestamente, per quanto dettagliata, non credo ti trasmetta qualcosa; probabilmente l’hai letta distrattamente oppure l’hai saltata a piè pari.
Immagina invece per gioco che ti fornisca la stessa definizione magari di persona facendoti immergere in situazioni reali in cui ti potresti trovare: la nascita del tuo bambino, il primo giorno di lavoro in una nuova realtà, la vincita alla lotteria (te lo auguro) e così via, ecco che il discorso cambia notevolmente e questo accade perché ti muovo (visto che emozionare significa mettere in movimento) le corde giuste.
Il punto è proprio questo, se non ti emoziono, non muovo nulla dentro di te e se non muovo nulla dentro di te non ti coinvolgo nella narrazione; diventa di conseguenza impossibile trasmetterti efficacemente l’informazione, che non farà altro che scivolarti addosso.
Ecco quindi che puoi capire l’importanza delle emozioni all’interno di una narrazione,
“esse aprono la strada alle informazioni”
È per questo, ad esempio, che in una narrazione di brand quest’ultimo dovrebbe apparire alla fine o comunque solo dopo aver emozionato il proprio pubblico.
Ma quando ci emozioniamo?
Sicuramente la cosa varia da persona a persona ma in linea di massima tendiamo ad emozionarci principalmente quando:
1. ci identifichiamo nel racconto perché il personaggio principale è umano o umanizzato;
2. la narrazione va a toccare uno dei 4 temi esistenziali: conoscenza, appartenenza, sopravvivenza e autorealizzazione.
Tienilo a mente quando vuoi “mettere in movimento” qualcuno!
Con questo spero di averti fornito una panoramica di base sul tema e se hai qualche dubbio o perplessità non hai che da chiedere.
Scrivici
Saremo lieti di ascoltarti.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato.
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