Gennaio 2013: 90 milioni di utenti attivi.
Settembre 2015: 400 milioni di utenti.
Giugno 2016: 500 milioni di utenti.
Ora, capisci anche tu che la cosa si sta facendo molto interessante. Instagram non viene più usato solamente dai ragazzini, gli adulti che usano il social sono in crescita anno su anno e, cosa ancora più importante, viene usato sempre di più dalle aziende per raccontarsi, per questo la definisco una storytelling app.
Che sia il caso di prenderla in considerazione?
Di cosa sto parlando
Ormai lo conosciamo tutti ma una breve descrizione non fa mai male: Instagram è innanzitutto un’applicazione mobile nata per iPhone nel 2010, e, per sua natura, un social network. Essa permette di scattare e condividere foto e video; i contenuti verranno visualizzati da chi segue il nostro profilo, i cosiddetti follower (anche se qui c’è da considerare “l’algoritmo” di cui parleremo successivamente), ed è possibile raggiungere nuovi potenziali fans attraverso, ad esempio, l’uso di hashtag mirati oppure da qualche mese sfruttando le sponsorizzazioni. È un social che si presta benissimo a raccontare visivamente il proprio brand/prodotto permettendo all’azienda di vendere anche senza pubblicizzare direttamente l’articolo o il servizio, in poche parole una perfetta storytelling app.
Tra tutti i social esistenti è quello che offre i tassi di coinvolgimento più elevati.
Numeri, solo numeri
Per darti dei termini di paragone Twitter ha poco più di 300 milioni di utenti attivi, Linkedin poco più di 100 e Facebook, il re incontrastato di questa classifica, ha superato il miliardo e mezzo.
Da soli questi numeri dovrebbero farti capire l’importanza che sta assumendo questo social media ma se ancora non bastasse considera che, secondo un report di KPCB, più del 60% dei millennials (18-34 anni) americani utilizza questa piattaforma e ci trascorre una media di 6 ore al mese.
Ah, quasi dimenticavo: l’80% degli utenti si trova fuori dagli USA, al giorno vengono condivise 80 milioni di foto e messi 4,2 miliardi di like.
Dal 2012 poi, gli adulti che dichiarano di usare Instagram sono passati dal 13 al 28% e in Italia gli utilizzatori sono circa 9 milioni.
Se non ti bastasse
Non sei ancora convinto? Niente paura:
- 2,26%: la percentuale di follower che i brands ingaggiano abitualmente (dato 2015 Forrester). Per farti un paragone Facebook è fermo allo 0,21% e twitter allo 0,027%. Il dato in realtà è peggiorato rispetto al 2014 dove si attestava al 4,21% ma anche per questo Instagram ha deciso di modificare il proprio algoritmo.
- 70%: utenti che hanno dichiarato di visitare il profilo dei brand su Instagram (dato 2014 Iconosquare).
- 62%: percentuale di utenti che segue un brand su questa piattaforma (dato 2014 Iconosquare).
Da dove partire
Se arrivato qui non sei ancora convinto allora ti ringrazio del tempo che mi hai dedicato e magari ci si trova un’altra volta se invece ti ho convinto probabilmente ora ti starai chiedendo come devi procedere. Beh… naturalmente pianificando con cura ogni dettaglio!
Ti ho già detto che la ritengo un’ottima storytelling app (Steller sarebbe ancora meglio ma al momento siamo molto lontani da questi numeri) e ti ho già parlato, più volte in passato, di narrazione.
Ma saper raccontare (visivamente) qualcosa non basta, la strategia è come sempre fondamentale.
Per questo è necessario:
- Definire il tuo obiettivo.
- Definire il tuo pubblico.
- Analizzare i tuoi competitors.
- Definire i contenuti da condividere e creare un calendario editoriale.
- Creare/ottimizzare almeno un profilo su Instagram.
- Definire gli hashtag da utilizzare.
- Interagire, interagire, interagire.
- Analizzare i risultati.
Ma prima facciamo un piccolo passo indietro, ti ho detto cos è Instagram e ho già “dato i numeri” se così si può dire ma prima di approfondire punto per punto vorrei vedere, con te, come il social si è evoluto negli anni.
Evoluzione di un predestinato
Instagram nasce il 6 ottobre 2010 e a dicembre timbra il cartellino del primo milione di utenti.
Ad aprile 2012 viene rilasciata la versione per Android e viene acquisito da Facebook. Nel 2013 verrà rilasciata la prima versione per Windows Phone e introdotta la possibilità di girare e condividere video della durata massima di 15 secondi.
Nello stesso anno vengono lanciate le sponsorizzate sul suolo americano e nel 2015 dopo aver subito, queste ultime, diverse migliorie vengono introdotte a livello mondiale.
Sempre nel 2015 avviene il primo grosso cambiamento: viene data la possibilità di condividere foto con proporzione diversa dalla canonica 1:1.
Il 2016 è un altro anno di grossi cambiamenti, i video passano ad una durata massima di 60 secondi, viene modificato il famoso algoritmo e l’app subisce uno restyling grafico che ha fatto stramazzare molti. Vengono inoltre lanciati per la prima volta i profili business (non ancora disponibili in Italia) con relativi insight ma soprattutto viene modificato l’algoritmo con il quale Instagram ci mostra i contenuti di chi seguiamo.
Il nuovo algoritmo
Da un paio di mesi infatti non ci vengono più mostrati tutti i contenuti in preciso ordine cronologico ma ci vengono mostrati i cosiddetti “contenuti rilevanti”. Sono foto e video che possono aver ottenuto un riscontro maggiore rispetto ad altri oppure possono essere i contenuti di una persona che seguiamo e con cui interagiamo spesso. Nessuno in realtà conosce con precisione il suo funzionamento ma come accade anche per Facebook ho sempre la possibilità di attivare le notifiche per ogni persona/brand di cui non voglio perdermi nessun contenuto.
Molte altre cose sono cambiate e molte altre cambieranno, ad es. a breve verrà data la possibilità di filtrare i commenti, ma in linea di massima credo di aver riassunto le cose principali.
Nel prossimo articolo inizierò ad affrontare questa benedetta strategia che tanto ci piace e capire come fare per ottimizzare al meglio il nostro profilo.
Passa a trovarci anche fradue settimane e se secondo te qualcosa mi è sfuggito non esitare a scrivermi 😉
A presto!
Fonti:
Pewinternet.
Kpcb.
Bufferapp.
Wired.
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